La gestione dei rifiuti è diventata un tema centrale nei dibattiti ambientali globali, spingendo legislatori e imprenditori alla ricerca di soluzioni innovative. La direttiva Europea sulla Responsabilità Estesa del Produttore (Extended Producer Responsibility – EPR), si distingue come un approccio fondamentale per affrontare la crescente sfida della gestione dei rifiuti.
Come tutte le normative, anche questa ad uno sguardo superficiale può essere vista come l’ennesima fonte di costi indesiderati da parte di un imprenditore, ma superata questa visione limitante, inserendo il punto di osservazione all’interno di un piano di sviluppo aziendale almeno biennale, come vedrai tra poco lo scenario cambia radicalmente.
Se la tua azienda vuole dominare il mercato non solo di oggi ma soprattutto dei prossimi anni, sai bene che non puoi pensare ed agire al di fuori di una strategia con obiettivi ben precisi in tempi prestabiliti.
La Responsabilità Estesa del Produttore è molto più di una misura normativa; se applicata con un approccio strategico porta alla riduzione dei costi, all’aumento della competitività e l’innovazione sostenibile, in altre parole al successo aziendale duraturo nel tempo.
Le aziende che adottano l’EPR non solo rispondono alle esigenze ambientali e sociali del nostro tempo, ma si pongono anche sulla strada per un futuro commerciale più prospero e responsabile.
Cosa si intende per Responsabilità Estesa del Produttore?
L’EPR è un concetto chiave della politica ambientale che trasferisce ai produttori la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione dei rifiuti generati dai propri prodotti una volta terminato il loro ciclo di vita utile.
Questo comprende non solo la raccolta differenziata dei rifiuti, ma anche la loro selezione, trattamento e la promozione della riutilizzabilità dei materiali. In sostanza, i produttori e i distributori non possono più ignorare il destino dei loro prodotti una volta venduti, ma devono partecipare attivamente alla gestione responsabile dei rifiuti.

Normative EPR e implementazione
La Direttiva (UE) 2018/851 ha introdotto nuove normative riguardanti l’EPR, stabilendo requisiti minimi per i regimi nazionali al fine di garantire coerenza con gli obiettivi europei di economia circolare.
Questa direttiva ha posto un focus specifico sulla progettazione dei prodotti in chiave circolare, riconoscendo che gli attuali regimi EPR potrebbero non essere sufficienti a influenzare positivamente la progettazione stessa.
Cosa deve essere rispettato?
- Definizione chiara dei ruoli e delle responsabilità di tutti gli attori coinvolti nelle diverse filiere, inclusi produttori, organizzazioni che agiscono per conto dei produttori, gestori di rifiuti pubblici e privati, autorità locali, operatori per il riutilizzo e imprese dell’economia sociale.
- Definizione degli obiettivi di gestione dei rifiuti in conformità alla gerarchia dei rifiuti.
- Implementazione di un sistema di comunicazione per le informazioni sui prodotti immessi sul mercato e sui dati relativi alla raccolta e al trattamento dei rifiuti, specificando i flussi dei materiali di rifiuto tramite un Registro nazionale dei produttori.
- Adeguamento degli oneri amministrativi ai produttori e importatori di prodotti, garantendo equità e proporzionalità, e specificando i flussi dei materiali di rifiuto tramite il Registro nazionale dei produttori, indipendentemente dalla loro quota di mercato e provenienza.
- Garanzia che i produttori forniscono informazioni corrette agli utilizzatori e ai detentori di rifiuti interessati, riguardanti misure di prevenzione dei rifiuti, centri per il riutilizzo, sistemi di ritiro e raccolta dei rifiuti, prevenzione della dispersione dei rifiuti e incentivazione dei detentori a conferire i rifiuti ai sistemi di raccolta differenziata, anche attraverso incentivi economici.
Direttiva (UE) 2018/851 sulla Responsabilità Estesa del Produttore: ciò che non si può tralasciare
Nuove normative: La direttiva introduce requisiti minimi per i regimi nazionali EPR per garantire uniformità e coerenza con gli obiettivi europei. I regimi EPR devono definire ruoli, obiettivi di gestione dei rifiuti, e adottare sistemi di comunicazione delle informazioni.
Misure di attuazione: Le misure per attuare l’EPR includono accettazione dei prodotti restituiti, gestione dei rifiuti e responsabilità finanziaria. Incentivando lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti adatti al riutilizzo e al riciclo.
Copertura geografica: Deve essere garantita una copertura geografica adeguata dei sistemi di raccolta dei rifiuti.
Contributi finanziari: I produttori devono versare contributi finanziari per la gestione dei rifiuti. (la nota dolente)
Vigilanza e controllo: Il Ministero dell’Ambiente vigila sul rispetto degli obblighi EPR e gestisce un Registro nazionale dei produttori.
Modalità di iscrizione: i soggetti devono iscriversi al Registro nazionale dei produttori e trasmettere informazioni sull’immesso sul mercato dei prodotti e sui loro sistemi per adempiere agli obblighi EPR.
Implementazione dei criteri EPR: vantaggi per le aziende
L’implementazione efficace dell’EPR porta numerosi benefici per le aziende:
- Riduzione dei costi di smaltimento: prendendo parte attiva nella gestione dei rifiuti dei propri prodotti, le aziende possono ridurre i costi associati allo smaltimento e al trattamento dei rifiuti, contribuendo così a migliorare la propria redditività.
- Competitività sul mercato: i consumatori stanno diventando sempre più consapevoli dell’impatto ambientale dei prodotti che acquistano. Le aziende che adottano pratiche di EPR possono godere di una maggiore fiducia da parte dei consumatori e distinguersi dalla concorrenza.
- Innovazione e progettazione circolare: l’EPR stimola l’innovazione e la progettazione di prodotti più sostenibili e circolari, consentendo alle aziende di rimanere al passo con le richieste del mercato e di anticipare eventuali future normative ambientali più stringenti.
- Responsabilità sociale d’Impresa (CSR): abbracciare l’EPR dimostra un impegno concreto verso la sostenibilità ambientale e sociale, migliorando l’immagine aziendale e consolidando la reputazione sul mercato.

Come trasformare La Responsabilità Estesa del Produttore in vantaggio
È fondamentale comprendere che adottare misure di responsabilità ambientale come la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) non deve essere considerato solo un obbligo normativo.
L’adozione di pratiche sostenibili non dovrebbe essere vista come un costo aggiuntivo, ma come un investimento che, nel medio/lungo periodo, porterà un ritorno significativo. Le aziende che abbracciano la sostenibilità si distinguono come leader nell’innovazione e nella responsabilità sociale d’impresa, guadagnando fiducia e fedeltà dei clienti, migliorando la reputazione del marchio.
Inoltre, integrare la sostenibilità nell’approccio aziendale può portare a una maggiore efficienza operativa, a risparmi energetici e a una riduzione dei costi di gestione dei rifiuti. Un esempio è fornito da IKEA, che si impegna attivamente a raggiungere obiettivi ambiziosi per la sostenibilità.
Tra questi, l’azienda si sta adoperando per assistere i propri fornitori nel raggiungere il 100% di elettricità rinnovabile, ridurre l’impronta climatica dei materiali utilizzati e puntare al 100% di materiali rinnovabili o riciclati entro il 2030.
IKEA si impegna ad aumentare l’uso di energia rinnovabile in un maggior numero di mercati e a creare mercati per gli articoli di seconda mano, contribuendo così a prolungare la vita dei prodotti. Inoltre, IKEA ha raggiunto il 100% di elettricità rinnovabile per tutti i suoi stabilimenti di produzione, imballaggio e distribuzione a livello globale.
Dei materiali acquistati nel 2021, il 55,8% era rinnovabile e il 17,3% era riciclato, dimostrando l’impegno tangibile dell’azienda verso la sostenibilità. Questo è un ottimo esempio di implementazione dell’EPR applicata a tutta la supply chain.
In definitiva la Responsabilità Estesa del Produttore è un costo o no?
Inizialmente l’implementazione dei criteri EPR all’interno dell’azienda comporta un investimento anche economico, il primo passaggio per capirne l’opportunità ed il potenziale sta nel vedere questo investimento all’interno del proprio contesto aziendale generale e introdurlo nel bilancio previsionale.
È estremamente importante inserire anche questa iniziativa all’interno del controllo di gestione dell’azienda, in questo modo saremo in grado di mettere nel conto economico di previsione l’investimento per implementare la conformità all’EPR, prendendo questa che inizialmente è una voce di spesa da altre attività che risultano inefficienti.
Come se ne verificano i benefici e in quali tempi?
Come tutte le attività che implementano la sostenibilità all’interno dell’azienda, i benefici arrivano certamente ma si iniziano a percepire almeno dopo il primo anno, per raccogliere frutti che entrano pienamente e sensibilmente a farsi sentire nel bilancio economico in modo progressivo e crescente negli anni successivi.
Una cosa è certa: un’azienda che si pone in conformità con la ERP adesso in Italia, anche se qui a differenza di Germania e Francia non è ancora un obbligo, può da subito aumentare esponenzialmente:
- Il proprio appeal nei confronti di un pubblico, sempre crescente, che identifica nella sostenibilità un criterio di scelta per prodotti e servizi
- Gli asset che incidono positivamente sulla redazione del Bilancio di Sostenibilità, importante nelle relazioni con gli Stakeholder
- L’accesso ai finanziamento bancari, che sempre più introducono la Rendicontazione non Finanziaria ed elementi di valore ESG nei punteggi che vengono attribuiti alle aziende
- L’accesso ai finanziamenti pubblici, per la medesima ragione
- Ultimo ma non meno importante, il proprio concreto impegno nella riduzione dell’impatto ambientale
Diventa quindi chiaro che la Responsabilità Estesa del Produttore ha una diretta ricaduta nell’acquisizione di nuove opportunità di business e nuovi clienti, di come deve essere pienamente connessa al marketing, a quella categoria di marketing che si inserisce in modo coordinato negli aspetti strategici dell’azienda, e che grazie a questo porta risultati concreti.
Questo è il Green Marketing, molto diverso dal marketing d’immagine in stile anni Novanta, ancora così diffuso e da tanti percepito come scarsamente efficace, o addirittura “fuffa”.
E questa è la nostra missione, azionare il cambiamento positivo per aziende e pianeta, aiutando le PMI a trasformare le sfide ambientali in opportunità di successo commerciale.